In queste tele si può trovare l’essenza delle pennellate e lo sforzo del artista nel fissare il sentimento istantaneo provato. La necessità di imprimere nelle opera un pensiero di astrazione caotica, in contrapposizione ad un concetto razionale.
Le opere hanno l’ambiziosa volontà di suscitare emozioni non attraverso un sistema figurativo, fatto di tecnica pittorica e prospettiva, ma di evocare sentimenti reconditi attraverso il linguaggio dei colori e dei tratti. Una pittura che agisce direttamente sulla mente e sulle emozioni, il pensiero di fatto si esprime e si estrinseca nella percezione remota e nell’astrazione proprio attraverso il colore.
Il connubio o il contrasto tra gli sfondi delicati, soavi e i tratti sferzanti, incisivi sta proprio ad evidenziare il conflitto tra razionalità ed irrazionalità delle nostre sensazioni, dei nostri sentimenti, del nostro essere. Sfondi che ritraggono la bellezza del Caos, regola chiave del nostro universo e prepotenti tratti di arrogante razionalità che lo sovrastano ma non lo dominano.
Il Caos comprende sia l’ordine che il disordine, non li distingue né li preferisce, in esso le regole remote del passato danno consistenza allo sviluppo prospettico del futuro.
Nel Caos non sussiste più il drammatico contrasto tra sensazioni ed intelletto, tra irrazionale e razionale, il tutto coesiste in esso, non in armonia, non in conflitto.
Il bello non è più ciò che risponde a canoni ordinari prestabiliti.
Il bello è ciò che risponde ad una necessità interiore, che l'artista
sente come tale.